documentario, Italia, 2022, 74', colore
regia di Massimiliano Mazzotta

Premio “Ambiente e società” alla rassegna Cinemambiente di Torino 2022 istituito dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno, per il film, che meglio abbia saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale.

Le motivazioni del premio:
“Un docufilm di denuncia che lancia un forte messaggio al mondo, attraverso un viaggio che dalla Sardegna passando per il Veneto arriva in Gran Bretagna e pone l’attenzione su una tematica sempre attuale: contrastare una economia basata sulla produzione sfrenata di oggetti di uso comune, che antepone gli interessi economici a discapito del benessere della comunità e dell’ambiente. Un documentario scomodo, per sollecitare una presa di coscienza e mettere in atto un’azione collettiva per contrastare le derive che colpiscono tutti in termini di perdita di ambiente e salute in maniera irreversibile. È necessaria un’inversione di rotta. In fondo, siamo fatti di chimica, ma di chimica naturale.”


LA STORIA


Un’indagine sulle terribili conseguenze che i giacimenti di fluorite, la produzione e l’utilizzo del fluoro a livello industriale hanno causato sull’ambiente e sulla salute delle persone. Dalle miniere di Silius in Sardegna ha inizio un viaggio che tocca diversi territori, passando per il Veneto e arrivando fino al Peak District National Park del Derbyshire in Gran Bretagna.
Realtà che, attraverso testimoni ed esperti, raccontano la memoria di disastri ambientali del passato, della loro convivenza con le popolazioni locali ignare di tutto, delle strategie adottate per proteggere gli interessi economici di pochi a discapito della comunità. I danni sono irreversibili, ma la presa di coscienza da parte della popolazione, seppur graduale, è oggi più che mai determinata a non occultare la verità.



"Informare è già prevenire, veniva detto negli anni ’70 dal movimento operaio e ambientalista nel costruire le vertenze per la tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente. Questo film attua questo principio nel caso del fluoro. L’autore riesce, in modo sintetico ma diretto e approfondito, a dare voce a un coro di soggetti dell’esperienza e a illustrare le evidenze scientifiche e la necessità di una netta inversione di rotta. Un film che riesce anche a far emergere il lato umano, a rendere visibile la sofferenza individuale e collettiva dalla Sardegna ad altre parti del mondo e che si infila nelle nostre case sottoforma di oggetti di uso comune.

Informare con un film come questo può spostare quel sassolino che rotolando tra altre pietre può produrre una valanga che travolge i muri di silenzio, la negazione dell’evidenza e la compressione della voce di chi vive sulla sua pelle direttamente ed immediatamente gli “effetti collaterali” di produzioni nocive.

[...] Il docufilm è espressione di “scienza popolare” ovvero di una ricerca delle cause dell’inquinamento e, nello stesso tempo, espressione della coscienza e dell’azione per contrastare derive ulteriori che colpiscono tutti, ora o in un futuro prossimo, in termini di perdita di ambiente e di salute." - Marco Caldiroli


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