film, Mongolia 2023, 90’, colore
regia
di Amarsaikhan Baljinnyam

con Amarsaikhan Baljinnyam, Tenuun-Erdene Garamkhand, Damin Sovd


Premio del pubblico, VIFF Vancouver International Film Festival 2023

Premio del pubblico, 32° Festival Cinema Africano Asia e America Latina, Milano

 

Quando l’anziano padre si ammala gravemente, Tulgaa, che da anni vive in città, torna al suo villaggio natale sulle remote colline della Mongolia per assisterlo. Il destino farà però il suo corso e poco dopo l’anziano verrà a mancare. Tulgaa decide di restare a vivere nella iurta del padre, per portare a termine il raccolto che l’uomo aveva promesso di completare prima dell’ultima Luna piena di settembre. Mentre lavora nei campi, Tulgaa incontra un bambino di dieci anni, Tuntuulei, che vive da solo con i nonni mentre la madre lavora in città. Tra i due nasce un rapporto inizialmente di sfida, ma che andrà via via ad allentarsi per far spazio a un legame di stima e condivisione.

Negli incantevoli e sconfinati paesaggi di una terra ricca di tradizioni, Tulgaa prenderà il giovane Tuntuulei sotto la propria ala, scoprendo di essere in grado di dare al bambino tutto l’amore paterno che a lui non era stato mai concesso. Ma l’ultima Luna piena di settembre sta per arrivare, e a Tulgaa restano ormai pochi giorni da passare insieme a Tuntuulei prima di fare ritorno in città.


RECENSIONE

Amarsaikhan Baljinnyam, alla sua opera prima, offre l'occasione di conoscere nel profondo un mondo che raramente compare sui nostri schermi. Lo fa a partire da un romanzo di T. Bum-Erden scrivendo la sceneggiatura, dirigendo e interpretando il ruolo di Tulgaa avendo alle spalle una consolidata carriera di attore. Ha fatto così totalmente propria questa storia che chiede allo spettatore una disponibilità che poi sa ricompensare. Domanda cioè a chi guarda di dimenticare i ritmi e i tempi della narrazione cinematografica occidentale per lasciarsi immergere in un'area antropogeografica in cui la dimensione temporale assume modalità profondamente diverse. In un film che non si avvale di musiche che non siano diegetiche (cioè all'interno dell'azione) la partecipazione emotiva viene creata dagli sguardi, dai piccoli gesti, dalla disponibilità reciproca.

Il titolo, anche nella versione italiana, è più che mai indicativo perché quell'ultima luna di settembre segna la fine dell'attività di fienagione e lo spettatore è portato a chiedersi che cosa ne sarà del rapporto sempre più strettamente affettivo tra i due protagonisti. La risposta che Baljinnyam ci dà non è di tipo consolatorio perché vuole lasciarci uno spazio di lettura libera. Cosa accadrà dopo lo decideremo noi

Giancarlo Zappoli - Mymovies



AMARSAIKHAN BALJINNYAM

Amarsaikhan Baljinnyam è uno scrittore, attore, regista e produttore, che ha fatto la storia nel mondo cinematografico mongolo come il primo mongolo a salire sulla scena internazionale con il ruolo di Ariq Boke (fratello di Khubilai Khan) nella serie originale Netflix Marco Polo.

Ha recitato in più di venti film, che hanno ottenuto riconoscimenti eccezionali da parte della critica e del pubblico in tutto il mondo. Nel momento in cui il cinema mongolo si è staccato dalla propaganda, Baljinnyam ha dato il via a un nuovo linguaggio nell’industria cinematografica locale.

L’ultima luna di settembre è il film d’esordio alla regia di Amarsaikhan Baljinnyam.