film, Italia, 2022, 75’ , colore
regia di Renzo Carbonera

Un uomo si aggira per i boschi delle Alpi. Vive in un ex forte della prima guerra mondiale. Sembra avere una missione da compiere: è l’ultimo agente di una società segreta che negli anni ha evitato che la folle corsa atomica portasse l’umanità alla distruzione. Lucide visioni di un olocausto nucleare che balugina all’orizzonte accompagnano il suo girovagare. I nemici non sono più così facilmente identificabili, la perdita delle certezze, di una netta divisione del mondo tra bianco e nero lo fanno vacillare. Adesso la bomba è diventata la sua ossessione, il suo tormento e la sua unica ragione di vita.




RECENSIONE

Un efficace viaggio introspettivo nella mente di un ex veterano affetto da stress post-traumatico e ossessionato dalla bomba atomica. Ottima la prova di Andrea Pennacchi.

Il tema principale di Pluto è la bomba atomica, o perlomeno la minaccia della bomba, già dichiarato nel sottotitolo del film (Pluto Or: How I Learned NOT to Stop Worrying and NOT to Love the Bomb) che richiama deliberatamente Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick. Il veterano dell’esercito americano protagonista è un uomo completamente solo e abbandonato che vaga in maniera indecifrabile tra le macerie della civiltà che abbiamo conosciuto. Ciò che vediamo è una combinazione confusa della sua quotidianità con alcuni filmati di archivio riferiti a un’ecatombe nucleare e alcune guerre del passato, o forse del futuro. Non è semplice comprendere se quello che ci viene mostrato sono solo immagini evocative oppure ricordi effettivi di una mente ormai deteriorata e persa nella sua folle paranoia. Carbonera ci impedisce di proposito di collocare la vicenda e lo stesso protagonista in un contesto troppo definito, l’obiettivo è quello di raccontare una storia universale non un semplice racconto bellico.

Pluto è il viaggio nella mente di un ex soldato che soffre di stress post-traumatico (PTSD), tema che ha ispirato numerosi grandi film della storia del cinema, come Taxi Driver, Il cacciatore e Nato il quattro luglio. In questo caso però la memoria e i ricordi degli orrori della guerra sono innestati nello stesso film in maniera organica, senza una messa in scena particolarmente elaborata. Ciò che resta è la minaccia e il pericolo che la storia possa ripetersi ancora una volta, per questo lotta Chief Carling, per questo ancora non si dà pace. Pluto è un’opera riflessiva che scorre lentamente e per questo motivo potrebbe non essere apprezzata facilmente dal pubblico, ma in realtà è proprio il suo ritmo a renderla davvero interessante ed efficace.

Federico Rizzo

Fonte: Sentieri Selvaggi 09.02.2023