documentario, Francia, 2023, 80’, colore
regia di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux

Uno spettacolare documentario, realizzato in mesi di riprese nella verdeggiante regione francese della Sologne, che mostra le tante famiglie che abitano una quercia di circa 210 anni, diventata nel tempo il punto di riferimento per un micro-universo di abitanti, dagli insetti agli uccelli, dai funghi fino ai cervi, alle nutrie e ai cinghiali che trovano riparo all’ombra delle sue fronde. È il luogo in cui lo scoiattolo raccoglie le sue provviste, le formiche edificano i loro regni e il topo selvatico trova riparo dai famelici rapaci.

Un piccolo meraviglioso mondo, vibrante e ronzante, che lega il suo destino al maestoso albero che li accoglie, li nutre e li protegge, dalle radici alla cima.




NOTE DI REGIA

L’idea è quella di prendere una storia documentaria e raccontarla con la competenza narrativa e tecnica dei lungometraggi di finzione. Si potrebbe definire “narrazione naturalista cinematografica”. Ma qualsiasi nome o genere si decida di usare per classificare questo film, l’intenzione primaria è quella di mostrare agli spettatori qualcosa che non hanno mai visto prima. L’immensa ricchezza dell’universo di questa grande pianta ci permette di raccontare storie che toccheranno i più piccoli e i più grandi. Qualunque sia l’origine o la consapevolezza ecologica, l’obiettivo è quello di lasciarsi sorprendere dall’azione, l’immagine e la storia di questa quercia.

Combinando le tecniche naturalistiche, le competenze del cinema di finzione e le nuove tecnologie, abbiamo scelto di propendere per l’innovazione e l’estetica contemporanea. Pertanto, il suono non ha nulla da invidiare alle innovazioni visive, perché vogliamo che lo spettatore sia coinvolto in una sinfonia musicale dall’inizio alla fine del film. In effetti, non ci sono commenti vocali. Facciamo sentire solo i rumori, le grida e i suoni distintivi dei nostri protagonisti, orchestrati in una composizione musicale originale di Cyrille Aufort. Questo gioca un ruolo fondamentale nell’immersione completa e sensoriale dello spettatore nel cuore della quercia e dei suoi abitanti.


RECENSIONE


Un lavoro mastodontico, quello portato avanti in «Le Chêne» dai registi Michel Seydoux e Laurent Charbonnier, un lavoro andato avanti un anno e mezzo, in tutte le stagioni, con telecamere a 360 gradi, telecamere avanzate per riprendere immagini microscopiche. Registi e operatori per giorni e giorni si sono messi sotto l’albero costruendo un set non invasivo per osservare da vicino la vita sopra e dentro una quercia. Le riprese catturano ogni singolo movimento delle creature che vi abitano, animali invisibili che qui invece diventano protagonisti indiscussi.

Un documentario che diventa un’opportunità senza precedenti per immergere lo spettatore nel mondo sensoriale e nella poetica del re degli alberi, la quercia, da scoprire con la poesia e la biodiversità che genera e che ospita. Animali che sembrano all’uomo irrilevanti ma che invece sono parte essenziali della nostra biodiversità. La quercia non è soltanto un essere vivente, ma un vero e proprio habitat dove, oltre agli animali, vivono anche piante e minerali.

Le storie dI “La quercia e i suoi abitanti” illustrano uno spettacolo di selvaggia bellezza, una lettura tutta nuova dei segreti della nostra biodiversità, da far scoprire, conoscere e diffondere.

«Non c’è solo il desiderio estetico a guidare questo documentario — raccontano i registi Seydoux e Charbonnier — ma c'è soprattutto la volontà etica per sensibilizzare alla salvaguardia del patrimonio naturale che ci unisce. La nostra intenzione principale è di mostrare agli spettatori qualcosa che non hanno mai visto. L’immensa ricchezza dell’universo di questa grande pianta ci permette di raccontare storie che toccano lo spettatore, dal più piccolo al più grande».


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